venerdì 24 settembre 2021

Globalizzazione – contenuti dell’unità

Da 20 anni --> Effetti d. Globalizzazione = si palesano su scala mondiale


Capita spesso nella storia universale che ci siano processi di unificazione politica e culturale tra civiltà

Es.:     Carlo Magno --> riduzione d. distanze III secolo a.C. unire occidente + 

oriente

            Abrabi --> Spagna, Sicilia

            Antica Roma

 

Attuale globalizzazione = diversa da esempi --> dimensioni planetarie d. processi

--> prima = impensabili (= sviluppo mezzi d. trasporto)

 

Radici d. Globalizzazione si perdono nelle continue trasformazioni economiche e sociali del tempo moderno

--> Definite dal manifesto del partito comunista di Marx ed Engels

- profeticamente colti caratteri economici e culturali della globalizzazione

·               interdipendenza

·               crisi d. stati nazionale

·               mercato globale

 

Paradigma --> “guadagno genera felicità”

 

Radicalizzazione --> persone controllabili


Appunti Progetto Migrazione (16.09.2021)

Appunti sull’incontro con l’autrice Maxi Obexer e Ide Maman

-       Migrazione = Viaggio solitario

-       Pensieri e esperienze della ragazza

-       Difficoltà del percorso migratorio 

 

-       Maxi Obexer (+ Cristina Avezzano = traduttrice)

= Scrittrice (romanzi, saggi, teatro, radiodrammi)

-       Diversi premi

-       Libro = primo suo libro

 

-       Dopo maturità —> posta

o   Primo viaggio in Nigeria

o   Conosciuto donna ‘helen’ —> università, giornalista, bar

-       Parallelo tra migrazione ita-ger dell’autrice 

—> facile come europeo di viaggiare

-       Maxi = stessi livelli di intelligenza e istruzione di Helen 

—> Helen = limitata 

 

-       Interviste per ricerca dettagliata

—> entrare nel mondo ≠ rubare storie

-       Libro scritto in presente

 

Riflessioni:

-       Migrazione = fenomeno di massa

o   Perdita dell’individuo 

o   Libro = da un volto

o   Tutti i numeri = singole vite

-       Da voce ad un’esperienza sigolare e singola

-       Tirare fuori aspetto umanitario

o   Dare voce al volto 

-       Attesa devastante

o   Esausti

o   Speculare su una vita libera

o   Esistenza limitata e mutilata da poteri corrotti

-       Straniero a sé stesso

-       Wahrnehmung realtà finzione

-       Passaggio da adolescenza al mondo adulto —> percezioni personali diverse

-       Molte donne per arrivare —> prostituirsi

-       Crisi dei migranti 2015

-       Cittadini europei —> viaggiare liberamente 

-       Vuole studiare, andare all’estero. Noi possiamo, loro non possono. Perché?

 

-       Contrapposizione con Ide Maman (--> Nigeria)

o   Incontro: Lunedì 20.09.2021 – 11.00

—> storia fittizia / reale

-       Esperienze di lettura diverse in base alla lingua

-       Il tema della migrazione è arrivata prima rispetto alla Germania

 

-       Concetto letterario

—> invenzione di una figura letteraria inventata

-       Come la fantasia gioca con la realtà 

-       Le lettere verso casa sono auto suggestive per la protagonista


Progetto migrazione (15.09.2021)


Helen si trova nella sabbia, circondata dal freddo deserto. Il caldo mantello della notte avvolgeva il piccolo gruppo di persone abbandonate.

La promessa di non mettersi in pericolo sarà difficile da mantenere in quel tortuoso viaggio.

“Respira piano, non avere paura, non consumare energie”. L’attesa infinita logorava il gruppo. Le speranze, le suppliche, le preghiere accomunano tutti i presenti. Sono stati tre giorni di abbandono nel deserto, senza provviste, lasciati indietro con la mera speranza di resistere per pochi giorni. Dopo tre giorni, torna una Mercedes a recuperarli. Finalmente il viaggio continua fino a quando Helen viene risvegliata da una fresca brezza salmastra. Il Sahara appare in una contrapposizione assurda con il mare. Da una parte il deserto arido, la morte secca. 

Dall’altra il mare, altrettanto vasto e mortale, un deserto d’acqua che procura la stessa sete e disperazione. Le creste delle dune desertiche fanno concorrenza alla schiuma delle onde più alte. Il deserto, un mare di sabbia, una sofferenza che finirà solo per dare inizio a lunghe permanenze in carcere o baracche e infine un ultimo viaggio disperato, drammatico, mortale nel Mediterraneo. I vestiti pieni di sabbia ricordano il viaggio che ormai era dietro di loro. In vista del mare sembra di vedere già il futuro sull’altra sponda. Il pensiero del domani, di andare avanti o di tornare a casa un giorno. Il pensiero di finire in carcere, di una doccia calda, di dover ripetere quel drammatico viaggio, di farsi una dormita in un letto morbido ed accogliente. L’Europa. Un posto idilliaco in confronto a quell’“inferno”, quel luogo infern





ale, che, se definito così, potrà porre fine a tutto in un attimo. L’Europa, le strade, le cattedrali, le torri e le cupole, i battelli nei fiumi, le università, la libertà. L’illusione di gustarsi un gelato in quel deserto addolcisce le paure del viaggio.

L’acqua assume un significato duplice e contradditorio. L’acqua che dà la vita, l’acqua che te la toglie; l’acqua di cui le onde ti porteranno all’altra parte, in un senso e nell’altro. Le possibilità di sopravvivere si scontrano con le possibilità di poter addirittura partire. L’altra parte si distingue in fine o continuo. Morte o futuro. Indietro non si torna. Tornare indietro equivale alla morte. Si va avanti. Se si resiste si va avanti.

E un giorno qualcuno ti porterà dall’altra parte. Che sia la fine o l’Europa. Perché l’Europa è la reincarnazione del futuro. I migranti, ammassati sopra ad un mucchio di sacchi, con i lividi delle fruste sulla pelle, la stanchezza negli occhi, la speranza e la disperazione nell’animo, la depredazione e lo sfruttamento da parte dei trafficanti. I migranti che hanno vissuto come merce, come bestiame, viaggiando su mezzi barcollanti, pericolosi, senza la possibilità di tenersi ai ferri incandescenti delle jeep sotto il sole. L’idea di individuo va perso, la giustizia e uguaglianza sono solo una speranza per il futuro. L’ambizione di urlare al mondo i terrori che vivono i migranti per denunciare i trafficanti è parte del viaggio. L’Europa, quel posto meravoglioso, dove tutti sono liberi, vivi, felici.

Di fronte a Helen il mare. Quel mare che da speranza, sogni, preziosi attimi di gioia. Quando era salita sul furgone ha conosciuto un uomo che l’avrebbe protetta. Benjamin, quell’uomo che anche di fronte alle difficoltà le starà vicino. E le è stato vicino fino adesso, che guardano l’infinità del mare. Le è stato vicino alla frontiera. Le strategie di sopravvivenza che le ha insegnato permettono ad entrambi di sognare l’Italia, l’Olanda, la Germania, il Belgio, la Norvegia, la Svizzera. L’idea di nascondersi di fronte ai turisti, facendo finta di essere nomadi, la perdita della propria identità anche se per pochi attimi rappresenta il sacrificio in vista del futuro. La condivisione di una birra con gli stessi turisti da cui si celavano fa assaporare per la prima volta dopo molto l’idea di serenità, gioia, speranza concreta.

martedì 14 settembre 2021

Progetto Migrazione (14.09.2021)


Il viaggio migratorio è un tema estremamente attuale che si può ritrovare speso anche nella nostra vita di tutti i giorni. Potrebbe toccare a tutti un giorno.

Un uomo che ha vissuto la migrazione sulla propria pelle è Ide Maman, emigrato dal Niger per venire in Italia e che ora lavora come artista. Il suo viaggio passato attraverso il mare e il deserto, contrapposizione anche questa di troppo e niente, paradossalmente poetico anche di fronte al dramma migratorio, alle disgrazie del viaggio, viene illustrato nel suo progetto “piedi”. È un’odissea per lo spettatore che coinvolge il pubblico sul barcone. Lo spettatore, infatti, deve p
escare da un sacco degli oggetti. Nessuno sa di cosa si tratta, ma sono tutti oggetti che hanno accompagnato Maman durante il suo viaggio.

La performance è basata sugli oggetti del viaggio. Viene presentata sullo scheletro, una struttura grezza di un barcone. Ci sono due posti sul barcone. Uno occupato da Maman e uno occupato da un membro del pubblico. Prima di salire sul barcone si fa tappa ai vestiti che rappresentano le vittime del viaggio. Lo spettatore sceglie un panno e lo stende su un filo. Dopodiché lo spettatore pesca un oggetto dal sacco. Si parla di che significato ha l’oggetto per lo spettatore e poi si parla del suo significato in un contesto migratorio, più drammatico. Vengono coinvolti valori affettivi; è uno scambio tra due o più significati per un oggetto unico. 

Questa performance teatrale apre delle prospettive esponendo tematiche elaborate e rielaborate. 

Il viaggio dal Niger rappresenta il salto di qualità nella vita; un tema attuale per tutti. Il progresso personale sta alla base dell’evoluzione di ogni individuo. Rischiare per cambiare in meglio o accontentarsi è un dilemma che affligge ogni essere umano prima o poi.

Il percorso scolastico previsto per quanto riguarda le migrazioni si sposa perfettamente con la mia esperienza lavorativa durante il PCTO dell’anno scolastico scorso, dove ho assi

stito delle famiglie in difficoltà economiche, principalmente immigrati dall’africa e Medioriente. Il CRI è stata una prima apertura alla povertà dell’immigrato, uno sguardo sul dopo il viaggio, sulla vera e propria migrazione, la vita in un altro paese. 

Questi valori vengono valorizzati anche da un ulteriore incontro con una scrittrice. Il suo romanzo narra di una ragazza che deve attraversare il deserto. L’incontro con la scrittrice il 16 settembre mette in contrapposizione il punto di vista di una scrittrice che inventa una storia del viaggio e il punto di vista dell’artista che ha vissuto in prima persona la migrazione.

In classe vengono affrontati dei testi che presentano tutti i lati del viaggio.

La paura di esser scoperti è grande, la paura di non superare il viaggio è grande, la paura di venir abbandonati dai trafficanti è grande. Il dramma si estende anche ai rischi che si incontrano. Come muta il corpo e l’anima di una persona nella lotta alla sopravvivenza è spaventoso per una persona che non conosce le difficoltà del viaggio.

Le speranze di tornare, la gioia che affievolisce ma che torna sempre, la forza di reggere in vista di un futuro migliore. La speranza che trascina fino alla prossima sosta. Immaginarsi di essere altrove, ammazzare il tempo, andare avanti con un futuro lontano ma sempre in vista. La forza di vivere e sopravvivere a un passo dalla morte caratterizza chi va avanti.

La povertà che spinge i familiari a fare la fame pur di garantire ai figli un futuro. I ricatti, lo sfruttamento, pagamenti insulsi per tempi lunghissimi.

Il rischio di esser acciuffati, di finire in prigione, di dover ricominciare da capo. Ci si trova di fronte alla condanna di attraversare l’inferno di sabbia due o tre volte. I soldi e la forza di volontà sono la cosa più importante. Ma senza la fortuna nessuno ce la fa. Migliaia di chilometri di deserto affrontati con addestramento da carcere, circondati da mutilazione, morte. In vista c’è solo la vita, la speranza di vivere, ma anche la pazzia, la ribellione, la stanchezza.


Stato moderno

Pag. 460   L’attributo fondamentale dello Stato moderno è la sua sovranità: con il termine si indica un potere sommo, da cui derivano tutti ...