giovedì 27 gennaio 2022

La ricchezza della diversità oggi

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Dalla multiculturalità al multiculturalismo

La necessità di salvaguardare la diversità e di garantirne la libera espressione si traduce nel multiculturalismo. È un progetto di tutela delle diverse culture presenti su un determinato territorio, tramite interventi legislativi e politici.

Le esigenze possono essere molteplici, una comunità religiosa minoritaria, una sede per lo svolgimento del culto. Il primo documento multi-culturalista della storia del Novecento è il Multiculturalism Act, promulgato in Canada nel 1971: La provincia del Québec ha adottato una serie di provvedimenti per garantire la sopravvivenza della lingua e della cultura francesi. Si tratta di una sorta di delega, da parte dello Stato stesso, di una porzione della propria sovranità a quelle realtà locali.

La Catalogna gode di una relativa autonomia, possedendo un proprio governo (la Generalitat de Catalunya) con un parlamento, un consiglio esecutivo e un presidente, nonché una propria lingua, il catalano, che nei documenti ufficiali affianca la lingua nazionale spagnola (il castigliano).

Il multiculturalismo sembra trovare una sua “naturale” collocazione del mondo globalizzato.

 

L’ospitalità agli immigranti: 3 modelli

Il modello tedesco, definito istituzionalizzazione della precarietà, assume come presupposto che l’immigrato sia una “persona di passaggio”, ossia un individuo che per motivi contingenti (perlopiù di lavoro) è temporaneamente presente sul territorio nazionale di un paese diverso dal proprio. Il compito dello Stato ospitante è quello di integrare l’immigrato nel mondo del lavoro, favorire la sopravvivenza dei suoi legami con il paese e con la cultura.

Il modello francese, definito assimilazionista, parte invece dall’idea che, una volta trasferitosi in un nuovo Stato, il soggetto immigrato diventi a pieno titolo un membro della nuova comunità; ciò significa che egli dovrà fare propria la cultura del paese che lo ospita.

Il modello inglese, definito pluralista, lascia spazio per un progetto autenticamente multiculturalista. Il compito dello Stato è assicurare a ogni individuo il libero esercizio dei propri diritti, imponendo come unico vincolo il rispetto del diritto altrui. È consentito alle comunità immigrate di manifestare pubblicamente la propria specificità culturale nel rispetto delle regole e della libertà delle altre persone e delle altre comunità. Perciò nelle scuole britanniche l’esibizione della propria appartenenza religiosa non è vietata. Le comunità musulmane del Regno Unito hanno ottenuto dalle autorità governative alcune significative concessioni relative alla possibilità di conciliare la disciplina delle istituzioni scolastiche con l’osservanza dei propri principi: l’introduzione nelle mense di carne “halal” e il riconoscimento di alcune feste islamiche.

 

Il multiculturalismo è possibile?

Il multiculturalismo è un aspetto della società che si basa sulla convivenza di molti popoli con culture differenti, in cui il giudizio, però, si basa sui parametri “eurocentrici”. Noi non abbiamo il diritto di pronunciarci su norme e consuetudini di comunità diverse dalla nostra, né impedire ai loro membri di attuarle.

In primo luogo, assumere il rispetto della legalità come confine della libera espressione culturale.

Ad esempio, noi tutti siamo disposti ad accettare in teoria che nell’ambito privato ogni individuo o gruppo abbia il diritto di manifestare liberamente la propria diversità. Quel che spesso ci sfugge, è che alcuni aspetti di ciò che possiamo chiamare “ambito privato” hanno in realtà una rilevanza pubblica.

Nessuna comunità etnica, religiosa o culturale può pertanto avanzare le proprie pretese, se esse violano espressamente quei fondamentali diritti dell’individuo che la Dichiarazione Universale del 1948 riconosce come “umani”.

Il multiculturalismo è auspicabile?

Il progetto multiculturalista, innanzitutto, sottolinea la necessità di riconoscere le “diversità culturali” presenti nella società e di tutelarne l’esistenza può essere di fatto un modo per rimarcare una distanza sociale tra noi e “gli altri”.

Pierre-André Taguieff (1946) parla di razzismo differenzialista, per designare un atteggiamento diffuso nelle moderne società occidentali, consiste nella tendenza ad accentuare le differenze culturali tra le diverse comunità in modo da dichiarare impossibile ogni forma di dialogo.

Le culture vengono viste come entità ontologicamente date e immutabili, che attraversano la storia umana senza modificarsi o mescolarsi.

Il nuovo razzismo pensa che la “cultura” plasmi l’essere umano. Eppure, oggi l’appartenenza a una determinata cultura è sempre più il frutto di un’adesione volontaria.

L’essenzialismo culturale può avere risvolti pericolosi sul piano sociale. L’identificazione della cultura con una sorta di “essenza” porta alla convinzione che essa debba venire accuratamente difesa e preservata.

Lo straniero viene percepito non semplicemente come portatore di una diversa prospettiva, ma come colui che può sottrarre una parte importante di ciò che si è. L’essenzialismo culturale porta inoltre a identificare troppo sommariamente le persone con il gruppo sociale a cui appartengono.

 

La prospettiva interculturale

L’atteggiamento più corretto nei confronti della diversità è quello di assumerla come un punto di partenza per impostare il confronto e la crescita comune, usando il termine interculturalismo. Un atteggiamento “interculturalista” deve muovere da due presupposti complementari.

-       Che gli individui e i gruppi possono trovare un terreno comune di dialogo, al di là delle diversità etniche, religiose e culturali

-       Diverse prospettive che debbono confrontarsi

 


L’interculturalismo in prospettiva globale

La prospettiva interculturale nasce da un’attenta lettura di tutti i processi sociali della realtà contemporanea. La finalità dell’interculturalismo è semplicemente la gestione delle relazioni tra cittadini e prevenire i conflitti. Questo aspetto non esaurisce l’orizzonte della cosiddetta “Intercultura” è la costruzione di relazioni umane ricche e significative, fondate sull’apertura all’altro e sul dialogo.

Secondo i principi dell’interculturalismo, l’altro non si oppone all’io, perché ciascuno di noi ha dentro di sé la pluralità.

La prospettiva interculturale aiuta quindi a rompere i gusci nei quali spesso inconsapevolmente ci si chiude per comodità o per pigrizia e ad aprirci a nuovi orizzonti cognitivi, umani, ideali.

 

 

 

 

Che cosa si intende con l’espressione “multiculturalismo?”

-       Il termine multiculturalismo descrive una situazione in cui sono contemporaneamente presenti gruppi di persone di origini, tradizioni e culture differenti.

 

Quali sono i 3 modelli ideal-tipici di ospitalità agli immigrati, e qual è il migliore?

-       Il modello tedesco, definito istituzionalizzazione della precarietà

-       Il modello francese, definito assimilazionista

-       Il modello inglese, definito pluralistacioè lascia spazio per un progetto autenticamente multiculturalista.

 

Il multiculturalismo è davvero auspicabile?

-       Il progetto multiculturalista, innanzitutto, sottolinea la necessità di riconoscere le “diversità culturali” presenti nella società e di tutelarne l’esistenza può essere di fatto un modo per rimarcare una distanza sociale tra noi e “gli altri”.

 

Che cosa sono il razzismo differenzialista e l’essenzialismo culturale?

-       Il razzismo differenzialista designa un atteggiamento diffuso nelle moderne società occidentali e consiste nella tendenza ad accentuare le differenze culturali tra le diverse comunità in modo da dichiarare impossibile ogni forma di dialogo.

-       L’essenzialismo culturale può avere risvolti pericolosi sul piano sociale. L’identificazione della cultura con una sorta di “essenza” porta alla convinzione che essa debba venire accuratamente difesa e preservata.

Lo straniero viene percepito non semplicemente come portatore di una diversa prospettiva, ma come colui che può sottrarre una parte importante di ciò che si è.

L’essenzialismo culturale porta inoltre a identificare troppo sommariamente le persone con il gruppo sociale a cui appartengono.

 

Perché l’interculturalismo è l’atteggiamento più corretto nei confronti della diversità?

-       La finalità dell’interculturalismo è semplicemente la gestione delle relazioni tra cittadini e prevenire i conflitti. Questo aspetto non esaurisce l’orizzonte della cosiddetta “Intercultura” è la costruzione di relazioni umane ricche e significative, fondate sull’apertura all’altro e sul dialogo.

Secondo i principi dell’interculturalismo, l’altro non si oppone all’io, perché ciascuno di noi ha dentro di sé la pluralità.

La prospettiva interculturale aiuta quindi a rompere i gusci nei quali spesso inconsapevolmente ci si chiude per comodità o per pigrizia e ad aprirci a nuovi orizzonti cognitivi, umani, ideali.

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