lunedì 17 gennaio 2022

I flussi migratori del Novecento

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La decolonizzazione

Nel corso del Novecento l’Europa, da terra di emigrazione, è diventata terra di immigrazione. Due eventi storici stanno alla base di questa trasformazione:

-       La decolonizzazione

-       La crisi dei regimi totalitari a ispirazione comunista

Il termine decolonizzazione indica il processo che ha investito i paesi afroasiatici, affrancati dal dominio politico ed economico degli Stati europei che li avevano occupati.

Il significato di questo fenomeno si basa ad un fatto avvenuto nella seconda metà del Novecento, quando molti Stati europei, mossi da fattori di natura economica e da motivazioni di ordine politico-ideologico, si avventurarono alla conquista del continente africano e quello asiatico.

La colonizzazione ebbe conseguenze dirompenti sui paesi occupati. La spartizione dei territori avvenne senza considerazione delle tradizioni culturali e linguistiche preesistenti, con l’effetto di creare conflitti. Non meno devastanti furono, per i paesi colonizzati, le conseguenze sul piano economico, poiché le attività primarie furono piegate alle esigenze degli Stati colonizzatori con la creazione dell’agricoltura e piantagione, finalizzata all’esportazione. Le manifatture locali, non reggendo l’industria occidentale, subirono una brusca battuta d’arresto.

Le popolazioni locali si trovarono a dover fronteggiare una situazione di precarietà generalizzata: la carenza di strutture necessarie per un reale sviluppo economico e la frequente instabilità politica, spesso culminante in vere e proprie guerre civili, innescarono flussi migratori verso l’Europa.

Inizialmente le mete furono i paesi dell’Europa nord-occidentale: Francia, Germania, Belgio, Gran Bretagna. Molte nazioni europee hanno cercato di porre un freno all’afflusso di immigranti. I flussi migratori non si sono affatto arrestati, ma hanno semplicemente mutato destinazione: Italia, Spagna, Portogallo. Lì lo sviluppo industriale e la carenza di manodopera locale in determinati settori richiedevano l’afflusso di lavoratori stranieri.

 

Il crollo del comunismo

L’altro evento decisivo per spiegare i flussi migratori è il crollo dei regimi totalitari di ispirazione comunista che governavano i paesi dell’Est europeo. Incapaci di realizzare concretamente gli ideali di uguaglianza e di giustizia sociale a cui ispiravano, e soprattutto di promuovere uno sviluppo economico, questi Stati sono giunti al termine della loro storia politica in un intervallo di tempo brevissimo.

I nuovi Stati nati dalle macerie dei vecchi totalitarismi hanno dovuto affrontare una pluralità di problemi. Al risveglio dei particolarismi locali, sfociati in guerre intestine, si sono aggiunte la precarietà delle neonate istituzioni democratiche e soprattutto la gravissima crisi economica: disoccupazione, mercato nero e inflazione.

L’emigrazione è apparsa a molti l’unica risorsa per cercare una vita migliore. Si sono ritrovati costretti a imboccare la strada dell’uscita clandestina dal proprio paese, finendo per trasformarsi in vittime di quanti hanno deciso di approfittare della situazione per arricchirsi.

 


La globalizzazione – persone e idee in movimento

Nella società industriale avanzata, la sempre più stretta interdipendenza economica, politica e culturale tra le varie parti del mondo favorisce una mobilità sul territorio che stimola la diffusione e la condivisione di consuetudini e conoscenze. Esiste una grande quantità di persone che si spostano per ragioni di tipo diverso: lavoro, studio, affari, svago.

Lo sviluppo dell’industria culturale, e in particolare dei mass media, produce un afflusso continuo e consistente di informazioni tra le diverse parti del mondo, il che richiede, per un suo svolgimento, un linguaggio comune e mette in contatto persone di varia appartenenza geografica, etnica e sociale, favorendo il diffondersi di pratiche e conoscenze nate in contesti culturali molto differenti.

 



 

In che modo avvennero gli incontri tra culture diverse nel mondo antico?

-       La causa dei mescolamenti e sovrapposizioni di popoli e civiltà nel corso dei secoli, con effetti socioculturali evidenti, che hanno avuto come risultato una apparente “cultura” unitaria, sono state continue invasioni, guerre movimenti di colonizzazione, ma anche attraverso il mercato, viaggi di esplorazione e scambio di beni culturali.

 

Perché la nascita dello Stato moderno contribuì alle dinamiche di scambio tra culture?

-       La formazione dello stato moderno ebbe inizio tra il Quattrocento e il Cinquecento e nacque dall’incontro di due poteri complementari:

o   L’accentramento del potere nelle mani del sovrano

o   La determinazione di confini territoriali precisi

Tutte le persone risiedevano in una porzione di spazio di spazio determinata, in cui si esercitava la sovranità del monarca.

Il processo di unificazione territoriale provocò il frequente accorpamento in un unico Stato di comunità diverse.

Le “culture” sono il prodotto di sintesi e sovrapposizioni tra mondi diversi, il cui incontro ha generato qualcosa di nuovo, o viceversa l’esito di una frammentazione di ciò che si presentava come una civiltà compatta e indifferenziata. Nessuna cultura immodificabile si trasforma e si modella in base alle esigenze della storia.

 

Quali sono i due eventi storici che stanno alla base dei flussi migratori del Novecento?

-       Le popolazioni locali si trovarono a dover fronteggiare una situazione di precarietà generalizzata: la carenza di strutture necessarie per un reale sviluppo economico e la frequente instabilità politica, spesso culminante in vere e proprie guerre civili, innescarono flussi migratori verso l’Europa.

-       L’altro evento decisivo per spiegare i flussi migratori è il crollo dei regimi totalitari di ispirazione comunista che governavano i paesi dell’Est europeo. Incapaci di realizzare concretamente gli ideali di uguaglianza e di giustizia sociale a cui ispiravano, e soprattutto di promuovere uno sviluppo economico, questi Stati sono giunti al termine della loro storia politica in un intervallo di tempo brevissimo.

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