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Incontro delle culture del mondo antico
Alessandro Magno (356 – 323 a.C.)
proseguì una politica di sintesi e di scambio tra le varie culture, ad esempio incoraggiando matrimoni misti e preservando e tutelando la cultura dei popoli sottomessi. I popoli vinti, infatti, operarono una sorta di “colonizzazione culturale” nei confronti dei loro conquistatori. La Grecia introdusse nella cultura latina importanti mutamenti a livello di consuetudini, modelli di vita, valori.
La cultura meridionale dell’Europa è caratterizzata dai simboli e valori incarnati dal cristianesimo e l’eredità filosofica del mondo classico, greco in particolare.
Gli effetti dello stato moderno
La formazione dello stato moderno ebbe inizio tra il Quattrocento e il Cinquecento e nacque dall’incontro di due poteri complementari:
- L’accentramento del potere nelle mani del sovrano
- La determinazione di confini territoriali precisi
Tutte le persone risiedevano in una porzione di spazio di spazio determinata, in cui si esercitava la sovranità del monarca.
Il processo di unificazione territoriale provocò il frequente accorpamento in un unico Stato di comunità diverse.
Le “culture” sono il prodotto di sintesi e sovrapposizioni tra mondi diversi, il cui incontro ha generato qualcosa di nuovo, o viceversa l’esito di una frammentazione di ciò che si presentava come una civiltà compatta e indifferenziata. Nessuna cultura immodificabile si trasforma e si modella in base alle esigenze della storia.
Gli effetti della colonizzazione
In seguito alle scoperte geografiche e alle navigazioni transoceaniche iniziò il fenomeno della colonizzazione, cioè l’occupazione, a scopo di popolamento o di sfruttamento economico, delle “nuove” terre da parte dei popoli “scopritori”.
Gli spagnoli e i portoghesi con il trattato di Tordesillas (1496) si spartirono il controllo del cosiddetto “Nuovo Mondo”.
Le masse indigene furono sottomesse e costrette a lavorare per i nuovi dominatori.
Nel corso del Seicento anche gli olandesi, gli inglesi e i francesi cominciarono a insediarsi cominciarono a insediarsi sui territori americani centro-settentrionali: in questio caso la colonizzazione fu il risultato di diversi fattori, di natura non solo economica, ma anche, in particolare per gli inglesi, politica e religiosa.
Nel 1921 il governo statunitense promulgò l’Immigration Act, la prima legge destinata a regolamentare l’afflusso di stranieri.
Un ultimo fattore che incise molto sulla fisionomia sociale e culturale del Nuovo Mondo fu la tratta dei neri, che a partire dal Cinquecento trasportò dal continente africano milioni di individui, destinati a lavorare come schiavi nelle piantagioni e nelle miniere.
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