martedì 5 ottobre 2021

Globalizzazione Culturale



La parola globalizzazione si riferisce alla diffusione su scala mondiale, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, di tendenze, idee e problematiche.

È un termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell'integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo.


            I suoi effetti sono:

-       La formazione di un mercato finanziario globale

-       L’aumento della produzione e diffusione delle nuove tecnologie per lo scambio di beni e servizi

-       Una maggiore competitività economica

-       Lo sviluppo dell'informazione

-       Una crescente omogeneità culturale

-       La perdita di rilevanza del sistema nazionale come punto di riferimento nello scenario economico e politico nel nuovo contesto globale.

-       La forma di globalizzazione più immediata è quella economica, che presenta sia caratteristiche positive legate alle potenzialità del mercato globale, sia caratteristiche negative connesse alle disparità ed alle instabilità finanziarie.

Il concetto presenta vari lati positivi e negativi, infatti non è sorprendente che l’economista francese Robert Boyer la definisca una “parola feticcio”.

Lo strumento dell’economia globalizzata sono le multinazionali, grandi imprese che organizzano la produzione in almeno due paesi diversi. 

Queste realtà commerciali si sono affermate negli anni '90 grazie al processo di liberalizzazione regionale e globale del commercio.

I lati negativi sono:

-       I problemi relativi alla distruzione ecologica causati dallo stile di vita delle popolazioni ricche, come il buco nell’ozono e l'effetto serra

-       I problemi relativi alla distruzione ecologica determinati dalla povertà come i rifiuti tossici o i danni causati da uno sbagliato smaltimento delle tecnologie invecchiate

-       L’insorgere dei pericoli delle armi d’annientamento di massa legati alle dinamiche della guerra.

La globalizzazione dell’economia influenza anche la globalizzazione culturale tanto che in alcuni settori della scienza sociale si è affermato il termine Macdonaldizzazione coniato dal sociologo Ritzer. Tale teoria indica il fenomeno attraverso il quale le culture locali vengono sradicate e sostituite dai simboli del consumismo provenienti dal design e dalla pubblicità, come il simbolo della Mc Donald, appunto. 

Contro questa teoria si schierano diversi sociologi che sostengono che il globale non sostituirà il locale perché quest' ultimo fa parte del globale. Nel campo delle comunicazioni il fenomeno della globalizzazione implica una rete sempre più ampia e più articolata di rapporti, favoriti dalle innovazioni tecnologiche. 

Il costo delle comunicazioni va diminuendo, la telefonia mobile e satellitare rende possibile le telecomunicazioni anche nelle zone più sperdute del mondo, Internet consente l’accesso ad un’infinita gamma di risorse ed informazioni provenienti da ogni parte del pianeta.

Internet, la tv satellitare e gli altri new media estendono a tutti la possibilità di usufruire di servizi sempre più avanzati, in altre parole, grazie all’incontro di globale e locale, si estendono le offerte d’informazione. Chi appoggia la globalizzazione vede in questo processo una crescente ricchezza mondiale e maggiori possibilità di sviluppo, libertà culturale, progressi tecnologici, istruzione e formazione, competitività e libera concorrenza.

Tuttavia, non tutti ritengono positivi gli effetti di questo processo, primi fra tutti i no global. La critica principale del movimento va alle multinazionali considerate così potenti da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali, e dannose per le condizioni dei lavoratori.

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