domenica 3 aprile 2022

Gli strumenti di indagine del sociologo

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Metodi qualitativi e quantitativi

I metodi utilizzati nella sociale sono stati classificati in vari modi tenendo conto di alcune caratteristiche.

I metodi qualitativi producono resoconti, analisi approfondite, descrizioni e valutazioni della realtà sociale in cui la quantificazione numerica è modesta; è centrale la preoccupazione di capire come e perché si verificano certi fenomeni sociali. Vi appartengono l’osservazione partecipante, l’intervista libera non strutturata, la trascrizione di fonti orali, le storie di vita.

I metodi quantitativi si interessano maggiormente del “quanto e quante volte” e danno luogo a misurazioni dei fenomeni sociali sotto forma di tabelle e statistiche numeriche o di rappresentazioni grafiche come un’intervista e il questionario strutturati.

I metodi qualitativi consentono un’approfondita conoscenza di pochi casi esemplari, la cui esplorazione comporta tempo, pazienza e notevoli risorse economiche adeguati a un’indagine di carattere intensivo, che richiede la presenza del ricercatore sul campo.

I metodi quantitativi permettono un veloce screening di ampie quote di popolazione; i loro pregi sono la velocità di esecuzione e il costo contenuto, e la loro collocazione ideale è un’indagine di tipo estensivo.

Una ricerca di ampie porzioni, con finanziamenti sicuri e senza limiti di tempo troppo stretti, potrebbe avvalersi di entrambi gli approcci: in un primo momento di quello qualitativo per sondare preliminarmente il contesto sociale prescelto; successivamente potrebbe utilizzare interviste e questionari strutturati per raccogliere in modo sistematico i dati sull’entità e le caratteristiche del fenomeno preso in esame e per effettuare sondaggi d’opinione.

Elton Mayo (1880 – 1949) e l’indagine sull’antisemitismo del filosofo e sociologo tedesco Theodor Adorno (1903 – 1969), l’imperniata sulla misurazione degli atteggiamenti dei cittadini statunitensi verso gli ebrei. Si tratta di indagini standardizzate, ovvero caratterizzate da uniformità di procedura nella somministrazione di stimoli e domande ai soggetti della ricerca.

Il terreno di elezione della ricerca qualitativa è l’antropologia; il metodo qualitativo più conosciuto e usato è l’osservazione partecipante, in cui il ricercatore si mescola ai soggetti osservati e ne condivide le abitudini di vita.

Anche in sociologia, però troviamo autori e correnti che hanno prediletto l’indagine intensiva e approfondita su pochi soggetti seguiti per un periodo di tempo abbastanza lungo.

Ad esempio, nella ricerca del sociologo statunitense Howard Becker (1928) sulla vita dei musicisti che si esibiscono nelle sale da ballo: Becker, egli stesso musicista, condivise orari e abitudini.

 

I diversi tipi di osservazione

L’”osservazione” è il metodo più indicato per registrare le varie manifestazioni del comportamento non verbale.

Il metodo dell’osservazione partecipante è stato codificato dalla ricerca antropologica del Novecento da Malinowski, Boas, Mead, Levi-Strauss, i quali trascorsero lunghi periodi di tempo presso le popolazioni di cui poi descrissero la cultura, condividendone usi e costumi.

L’osservazione non partecipante può essere condotta sul campo, ossia nelle condizioni abituali di vita e lavoro dei soggetti osservati, oppure nella situazione artificiale del laboratorio. La rilevazione delle interazioni sociali in un gruppo-classe, svolta da psicologi scolastici o dagli stessi insegnanti; un esempio del secondo tipo sono le osservazioni sulle dinamiche nei piccoli gruppi condotte su soggetti volontari in laboratori provvisti di specchi unidirezionali e di strumenti di registrazione.

I metodi osservativi presentano numerosi svantaggi: l’osservazione partecipante consente uno studio dettagliato, approfondito e protratto nel tempo e non introduce modificazioni nella situazione osservata; l’osservazione non partecipante condotta in laboratorio consente di tenere sotto controllo le variabili prescelte.

I limiti delle indagini osservative sono: l’impossibilità di stabilire dei rapporti di causa-effetto tra due variabili, le dimensioni generalmente modeste del campione preso in esame e la difficoltà di ottenere una completa quantificazione dei dati; l’osservazione partecipante e gli studi longitudinali sono impegnativi e dispendiosi.

 

Gli strumenti dell’inchiesta: il questionario e l’intervista

Si definisce survey l’inchiesta di medio raggio, che serve per conoscere comportamenti e opinioni di ampie quote di popolazione. Gli strumenti di indagine più frequentemente utilizzati nell’inchiesta sono il questionario e l’intervista strutturati. Si compongono di una lista di domande: il questionario può essere recapitato proposta e compilato senza bisogno di assistenza, mentre l’intervista richiede sempre ola presenza dell’intervistatore.

Il questionario è una lista di domande strutturate o aperte alle quali il soggetto deve rispondere con la garanzia dell’anonimato. Le domande devono essere brevi, chiare, semplici, prive di ambiguità e non tendenziose. Anche la grafica è importante. Il questionario è lo strumento di indagine più indicato per raccogliere velocemente una grande quantità di dati sulle abitudini e le opinioni dei cittadini, offre di elaborare statisticamente le domande strutturate. Il limite di questo metodo è l’assenza di flessibilità: il questionario, infatti, pone a tutti gli interpellati le stesse domande e non consente nessun tipo di approfondimento.

L’intervista è uno strumento più duttile e flessibile del questionario. Esistono forme intermedie di strutturazione che danno una certa “libertà di manovra”. L’intervistatore può essere direttivo o non direttivo; nel primo caso conduce il gioco, pretende risposte precise e lascia poca libertà all’intervistato; nel secondo si limita a stimolare l’interlocutore e cerca di metterlo a suo agio per farlo parlare liberamente. L’intervista ha tempi di attuazione piuttosto lenti e la sua riuscita è legata alla competenza e all’esperienza dell’intervistatore.

La tecnica non direttiva indicata nella raccolta di quegli ampi e dettagliati resoconti di vicende biografiche individuali che prendono il nome di storie di vita. Si tratta di narrazioni esemplari che tratteggiano e illuminano condizioni di vita di grande interesse sociologico, e interessano soprattutto chi ritiene che in sociologia la singola testimonianza diretta sia insostituibile per la ricchezza di informazioni e le possibilità di approfondimento che offre.

Tecnicamente la storia di vita si presenta come la registrazione fedele di un resoconto orale.

Rigoberta Menchù, donna guatemalteca premio Nobel per la pace nel 1992, lotta per i diritti del popolo indio discendente dai Maya. Raccontò alla studiosa francese Elisabeth Burgos la storia della sua vita.


L’analisi dei documenti

In sociologia si definisce documento ogni testimonianza registrata su rapporti di vario tipo allo scopo di trasmettere e conservare informazioni. Il documento possiede quindi un’intenzionalità che non tutte le testimonianze hanno: un manufatto in legno è sicuramente una testimonianza, ma non si può definire documento perché non è stato creato per trasmettere informazioni.

Un’utile classificazione dei documenti li distingue in:

-       Personali: lettere, diari, filmati per uso privato, fotografie

-       Pubblici: verbali di riunioni, pagelle e registri scolastici, leggi, regolamenti, sentenze, materiale d’archivio, programmi radio-televisivi, stampa periodica

-       Statistici: pubblicazioni curate da enti specializzati come l’ISTAT, o il CENSIS

-       Scientifici: studi e resoconti di ricerche già svolte nell’ambito delle scienze sociali.

Nella storia della sociologia le prime ricerche empiriche sono state condotte su documenti. Gli esempi più famosi sono l’indagine sul suicidio di Durkheim e la ricerca sulle condizioni di vita e la mentalità degli immigrati polacchi negli Stati Uniti di Thomas e Znaniecki. Durkheim utilizzò studi precedenti e documenti tratti dagli archivi del Ministero della giustizia, mentre Thomas e Znaniecki utilizzarono materiale privato, come lettere degli immigrati ai parenti rimasti in Polonia.

Per “far parlare” i documenti e ricavarne le informazioni che interessano si possono usare tecniche qualitative o quantitative: le prime portano a descrizioni, valutazioni, ricostruzioni di abitudini e mentalità, mentre le seconde servono per ricavare dati numerici, elenchi e misure. Di queste ultime è un esempio l’analisi del contenuto; attraverso una serie di sofisticate procedure si arriva a una mappatura del campione preso in esame, che rivela quante volte, in che modo e per quali scopi il contenuto che interessa è presente nell’unità di analisi prescelta.

Il vantaggio dell’esame di documenti è la sua praticità: si tratta di una tecnica che permette al ricercatore di risparmiare tutto il lavoro di produzione dei dati mediante osservazioni, interviste, questionari e altri metodi, perché li offre già pronti.

Lo svantaggio è che far parlare i documenti non è semplice e si ha spesso l’impressione di non cogliere la situazione sociale nella sua immediatezza. Un altro limite è l’inevitabile parzialità dei documenti stessi. I documenti scritti privati ci parlano soltanto di coloro che sapevano leggere e scrivere, quindi delle classi privilegiate. La storia delle classi popolari va invece ricostruita attraverso altri tipi di testimonianze.

 

 

 

 

Quanti tipi di osservazione esistono in sociologia?

-       L’osservazione è il metodo più indicato per registrare le varie manifestazioni del comportamento non verbale.

-       Il metodo dell’osservazione partecipante è stato codificato dalla ricerca antropologica del Novecento da Malinowski, Boas, Mead, Levi-Strauss, i quali trascorsero lunghi periodi di tempo presso le popolazioni di cui poi descrissero la cultura, condividendone usi e costumi. 

-       L’osservazione non partecipante può essere condotta sul campo, ossia nelle condizioni abituali di vita e lavoro dei soggetti osservati, oppure nella situazione artificiale del laboratorio. La rilevazione delle interazioni sociali in un gruppo-classe, svolta da psicologi scolastici o dagli stessi insegnanti; un esempio del secondo tipo sono le osservazioni sulle dinamiche nei piccoli gruppi condotte su soggetti volontari in laboratori provvisti di specchi unidirezionali e di strumenti di registrazione.

 

Quali sono gli strumenti dell’inchiesta e in che cosa consistono?

-       Si definisce survey l’inchiesta di medio raggio, che serve per conoscere comportamenti e opinioni di ampie quote di popolazione. Gli strumenti di indagine più frequentemente utilizzati nell’inchiesta sono il questionario e l’intervista strutturati. Si compongono di una lista di domande: il questionario può essere recapitato proposta e compilato senza bisogno di assistenza, mentre l’intervista richiede sempre ola presenza dell’intervistatore.

 

Che cosa sono le storie di vita?

-       La tecnica non direttiva indicata nella raccolta di quegli ampi e dettagliati resoconti di vicende biografiche individuali che prendono il nome di storie di vita. Si tratta di narrazioni esemplari che tratteggiano e illuminano condizioni di vita di grande interesse sociologico, e interessano soprattutto chi ritiene che in sociologia la singola testimonianza diretta sia insostituibile per la ricchezza di informazioni e le possibilità di approfondimento che offre.

Tecnicamente la storia di vita si presenta come la registrazione fedele di un resoconto orale.

 

Come si classificano i documenti?

-       Un'utile classificazione dei documenti li distingue in:

o   Personali: lettere, diari, filmati per uso privato, fotografie

o   Pubblici: verbali di riunioni, pagelle e registri scolastici, leggi, regolamenti, sentenze, materiale d'archivio, programmi radio-televisivi, stampa periodica

o   Statistici: pubblicazioni curate da enti specializzati come l'ISTAT, o il CENSIS

o   Scientifici: studi e resoconti di ricerche già svolte nell'ambito delle scienze sociali.

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